Lesioni cutanee squamose o crostose: la cheratosi attinica
27 Giugno 2016

La cheratosi attinica (CA), conosciuta anche come cheratosi solare, è una lesione cutanea squamosa o crostosa. Appare, solitamente, sulle aree del corpo più frequentemente esposte al sole come il viso, le orecchie, il cuoio capelluto, le labbra, il dorso delle mani e degli avambracci, le spalle e il collo. Inizialmente le lesioni sono così piccole da essere riconosciute più al tatto che visivamente. Il paziente ha l’impressione di passare le dita su una superficie ruvida. Per lo più, le cheratosi attiniche hanno un lento sviluppo e raggiungono dimensioni comprese tra i 3 e i 6 mm. A volte regrediscono spontaneamente per poi ricomparire in un momento successivo. La maggior parte sono rossastre, ma alcune possono presentare un colore marrone chiaro o scuro, rosa o una combinazione di questi, o avere lo stesso colore della cute normale. Occasionalmente, possono associarsi a prurito o tensione. Inoltre, possono infiammarsi ed essere circondate da rossore. In casi rari, le cheratosi attiniche possono sanguinare.

Le persone con carnagione chiara, capelli rossi o biondi ed occhi blu, verdi o grigi, se si espongono al sole per lunghi periodi, hanno un’alta probabilità di sviluppare, invecchiando,  una o più di queste comuni forme di precancerosi. In questo caso, il posto in cui si vive gioca un ruolo particolarmente importante: infatti, più si vive vicino all’equatore maggiore sarà la probabilità di sviluppare cheratosi attiniche.

La cheratosi attinica puo’ essere pericolosa in quanto può rappresentare la lesione iniziale da cui può svilupparsi un carcinoma spinocellulare. Sebbene la maggior parte delle cheratosi attiniche rimanga benigna, alcuni studi hanno evidenziato che circa il 10% di esse può evolvere in carcinoma spinocellulare. Questa percentuale può non sembrare così alta, ma in realtà è comunque significativa. Infatti circa il 40-60% dei carcinomi spinocellulari inizia con una cheratosi attinica non trattata e può invadere i tessuti circostanti. Il 2-10% di questi tumori può dare metastasi ad organi interni esponendo così il paziente a pericolo di vita.

E’ importante esaminare la propria pelle con regolarità per valutare l’eventuale presenza di lesioni simili. Tuttavia non è sempre così semplice riconoscerle: molte cheratosi attiniche, infatti, si presentano con caratteristiche differenti. Pertanto è sempre consigliabile, in caso di scoperta di una lesione cutanea inusuale, rivolgersi al proprio  dermatologo. La maggior parte delle cheratosi presentano una fine ruvidità, altre però  possono mostrare una superficie squamo-crostosa.

La causa di quasi tutte le CA è una esposizione solare cronica. Il danno solare sulla pelle si accumula nel tempo; quindi anche una breve esposizione si somma alla esposizione totale di tutta la vita. Anche nei giorni nuvolosi il 70-80% di radiazioni solari passa attraverso le nuvole.

Le radiazioni ultraviolette emesse dalle lampade abbronzanti possono essere anche più pericolose; pertanto i dermatologi sconsigliano l’abbronzatura artificiale.  Occasionalmente, la CA può  essere causata da una significativa esposizione a raggi X o a sostanze chimiche specifiche.

A che età può comparire una cheratosi attinica? Considerato che il tempo totale di esposizione al sole aumenta di anno in anno, è più probabile che le CA compaiano in persone anziane. Tuttavia, attualmente sono riportati casi di persone  intorno ai 20 anni che ne sono affetti. Inoltre, le CA sono diventate più comuni nelle persone intorno ai 50 anni. Alcuni studiosi sostengono che quasi tutte le persone con più di 80 anni hanno cheratosi attiniche. Gli individui il cui sistema immunitario sia indebolito da chemioterapia, AIDS, trapianto d’organo o eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti,  presentano una minore capacità di difesa nei confronti dell’azione dei raggi solari e per questo hanno una maggiore probabilità di sviluppare cheratosi attiniche.

Prima di scegliere uno specifico trattamento il medico deve prelevare un campione bioptico della lesione per stabilire se si è in presenza di una CA già maligna.

Creme e soluzioni sono molto efficaci, sia applicate in monoterapia che in combinazione con altre terapie, nel trattamento di pazienti che hanno molte cheratosi attiniche: 5-fluorouracile (5-FU): formulato come unguento o liquido in concentrazioni da 0,5 a 5 %, è approvato dalla FDA ed è il trattamento topico più usato per le CA. Risulta efficace non solo sulle lesioni superficiali ma anche su quelle subcliniche. Massaggiato delicatamente sulle lesioni una o due volte al giorno per un periodo di 2-4 settimane, garantisce percentuali di guarigione superiori al 93%; Imiquimod: formulato in crema al 5%, approvato dalla FDA, agisce con un meccanismo differente; stimola, infatti, il sistema immune a produrre interferone, un mediatore in grado di distruggere le cellule cancerose e precancerose. Deve essere massaggiato delicatamente sulla lesione 2 volte a settimana per 4-16 settimane; Diclofenac: è un farmaco anti-infiammatorio non steroideo usato in combinazione con acido ialuronico, un componente normalmente presente nel corpo; è formulato in gel e viene applicato 2 volte al giorno per 2-3 mesi. Il diclofenac previene la risposta infiammatoria ed è pertanto ben tollerato, mentre l’acido ialuronico ritarda l’assorbimento del diclofenac, permettendo così che si raggiungano alte concentrazioni nella cute. Questo trattamento viene di solito usato in pazienti che mostrano ipersensibilità nei confronti degli altri trattamenti topici.

La crioterapia (criochirurgia) è la forma più comune di trattamento di CA, soprattutto in presenza di un numero di lesioni limitato. Non è necessaria nessuna incisione della cute né anestesia. L’azoto liquido viene applicato sulle lesioni mediante un batuffolo di cotone montato su un bastoncino o mediante una bomboletta spray in modo da congelarle. In seguito le lesioni diventano crostose e cadono da sole.

Se un’unica terapia ha una buona efficacia, la combinazione di due terapie può garantire risultati ancora migliori; alcuni dei trattamenti descritti di seguito sono particolarmente efficaci se usati in combinazione o in sequenza. Questo approccio può, infatti, permettere sia di aumentare la percentuale di guarigione sia di ridurre la comparsa di effetti collaterali. Una o due settimane di trattamento con 5-FU seguite da crioterapia possono ridurre il tempo di guarigione previsto con l’applicazione di solo 5-FU e diminuire la probabilità che rimanga un esito acromico dopo la sola crioterapia.

La metodologia dei peeling chimici, meglio conosciuto nel trattamento dei segni di fotoinvecchiamento della pelle, è usato anche per rimuovere alcune CA del volto. L’acido tricloroacetico (TCA) e/o agenti simili vengono applicati direttamente sulla cute. Ne consegue l’esfoliazione degli strati cutanei più superficiali con conseguente rigenerazione cutanea nel giro di 7 giorni. Questa metodica richiede una anestesia locale e può causare la comparsa di temporanea irritazione e discromie.

La laserterapia: il raggio di un  laser CO2 o di un laser erbium viene diretto sulla cheratosi attinica al fine di rimuovere il tessuto lesionale senza causare sanguinamento. Questa rappresenta una buona opzione terapeutica per le lesioni in aree piccole o ristrette e, quindi,  può essere particolarmente efficace per le cheratosi del volto e del cuoio capelluto e della cheilite attinica. Tuttavia, potrebbe essere necessaria un’anestesia locale e potrebbero rimanere  esiti discromici. La terapia laser è utile per i pazienti che assumono anticoagulanti o per i pazienti nei quali altri trattamenti non siano risultati efficaci.

osi attinica (CA), conosciuta anche come cheratosi solare, è una lesione cutanea squamosa o