Le insidie della macchie solari sulla pelle
27 Giugno 2016

Si presentano come formazioni di colore bruno, più o meno intenso, e con dimensioni variabili:  da quelle più piccole, confondibili con lentiggini e nei, a quelle più “ingombranti”.  Siamo parlando delle macchie solari che possono colpire indistintamente adulti e bambini , con particolare riferimento alle aree più esposte all’aggressione dei raggi del sole, come il viso, le braccia, le spalle e la schiena. Ma non bisogna pensare che dipendano esclusivamente dall’esposizione al sole. A volte sono anche frutto di interazioni pericolose. Talvolta le creme, i profumi e i farmaci (antibiotici, antinfiammatori, antistaminici, sedativi, diuretici) fotoreagiscono con i raggi ultravioletti, irritando la pelle. Possono svolgere anche un ruolo non trascurabile anche gli ormoni, che in condizioni particolari, come la gravidanza, possono causare una sovrastimolazione dei melanociti e una maggiore produzione di melanina. In presenza di uno o più fattori di rischio, meglio proteggere con più attenzione la pelle o evitare l’esposizione al sole, per prevenire le macchie.

Da un punto di vista dermatologico l’iperpigmentazione è provocata da melanina in eccesso distribuita in modo irregolare, con la conseguente comparsa di spot. Non tutte le macchie però sono uguali: le più comuni, le cosiddette lentigo solari, marroni e di piccole dimensioni, sono dovute a un’eccessiva fotoesposizione; sono dette anche senili poiché aumentano verso i quarant’anni ma possono comparire già dai venti. Il melasma invece è grigio-marrone e di forma più irregolare: compare se ci si espone al sole durante una fase di squilibrio ormonale. È il caso della gravidanza, ma anche l’uso della pillola contraccettiva o di alcuni farmaci può provocare discromie: un fattore di protezione alto è d’obbligo. Fumo e profumo sulla pelle esposta al sole sono inoltre vie preferenziali per la comparsa di chiazze brune. Eliminarle non è semplicissimo, più la macchia va in profondità nella cute, più sarà difficile correggerla. La crioterapia, che consiste nella vaporizzazione di azoto liquido sul lembo di pelle da trattare, è una tecnica tradizionale messa un po’ in disparte da metodiche più innovative.

Potrebbero essere validi alleati contro le macchie solari anche i peeling superficiali con alfaidrossiacidi. In particolare, il trattamento a base di acido glicolico, un alfaidrossiacido che ha una potente azione esfoliante. La molecola di quest’acido penetra nelle cellule dell’epidermide, irritandone lo strato più superficiale e favorendone il ricambio. In genere servono almeno 5 sedute, con scadenza bisettimanale, per ottenere i risultati sperati.

Se le macchie sono recenti, forse la situazione è ancora rimediabile o, almeno, migliorabile. Il consiglio è di tenersi alla larga per qualche giorno dai raggi solari e di utilizzare creme schiarenti con derivati dell’idrochinone, glabridrina, acido cogico, ascorbile, un derivato della vitamina C.

Quando il danno è fatto e le macchie sono da classificare come “indelebili”, si può sfruttare la tecnologia, sempre affidata alle mani degli specialisti (dermatologi o medici estetici), scegliendo un trattamento laser o a base di luce pulsata, per esempio.

Il laser, efficace anche su tatuaggi e lentiggini, colpisce la macchia cutanea con brevi impulsi di potenza elevata. I  miglioramenti di solito sono visibili in tempi brevi.

La radiofrequenza di tipo iperpulsato è invece una metodica frutto di un perfezionamento della dermocoagulazione»

I rimedi naturali “antimacchia”

Le macchie sulla pelle del viso possono essere un disturbo temporaneo; se così non fosse, in commercio sono disponibili moltissimi cosmetici studiati proprio per attenuare le macchie. I prodotti depigmentanti e schiarenti si sono conquistati un ruolo di rilevante importanza nel trattamento delle macchie: questa categoria di cosmetici è in grado di esprimere la propria azione stimolando il ricambio cellulare della cute che ha assunto una colorazione diversa. Così, la pelle della zona apparirà più omogenea e i melanociti non saranno più capaci di espandere il pigmento melanico nelle cellule vicine.

Spesse volte accade che le persone che fanno uso di questi prodotti schiarenti non percepiscano risultati immediati, abbandonando anzitempo il trattamento: in realtà, affinchè le creme esercitino la loro azione, deve passare un periodo di tempo relativamente lungo, stimato attorno ai due mesi. Il ricambio cellulare può essere favorito solamente in questo modo.

L’attività depigmentante è stata riscontrata nella liquirizia, che sembra capace di inibire l’attività dell’enzima tirosinasi (responsabile della produzione di melanina). Anche il tè verde e la camomilla sembrano rispondere  in modo positivo alla risoluzione del problema macchie: il tè verde probabilmente potenzia l’inibizione della tirosinasi e la camomilla è giudicata capace di indebolire il processo che conduce alla melanogenesi  stimolata dai raggi UV. La camomilla riuscirebbe ad antagonizzare le citochine prodotte dai cheratinociti, senza intaccare l’azione dell’enzima tirosinasi.

Particolare è anche l’azione depigmentante dell’estratto di semi dell’uva ursina, grazie alla sua capacità di inibire la produzione della melanina attraverso la competizione di legame con i recettori della tirosinasi.

A questa categoria di cosmetici potrebbe essere associato anche un trattamento con creme levigant,  che facilitano il ricambio delle cellule eliminando quelle superficiali: la cute apparirà così più brillante e lucente.

Le macchie causate dal sole si possono prevenire utilizzando dei cosmetici ad alta protezione nei confronti dei raggi UV: è opportuno applicare i cosmetici solari non solo nei mesi estivi, ma durante tutto l’anno, poiché le radiazioni ultraviolette sono sempre presenti.

Anche l’idrochinone, l’acido citrico, l’acido lattico, l’acido glicolico, l’acido tricloroacetico, l’acido retinoico, l’acido azelaico, L’a-tocoferolo, l’acido cogico e l’acido ascorbico si prestano ad essere validi agenti depigmentanti.